La gestazione di Karma City Blues è stata lunga: tra una revisione e una riscrittura e un’altra revisione – e così via per quattro o cinque volte – ci sono voluti oltre dieci anni tra mettere giù la prima parola e arrivare alla sua pubblicazione. Ho voluto raccontare i retroscena del making of in una nota pubblicata in appendice all’e-book, quindi non mi soffermerò oltre su quali sono stati i passaggi che il romanzo ha dovuto attraversare. Voglio però spendere due parole su una bizzarra corrispondenza di cui mi sono accorto solo dopo aver dato alle stampe il romanzo.
Ho iniziato a scrivere KCB subito dopo aver pubblicato Sezione π², per potermi cimentare di nuovo con il mondo che avevo costruito senza il peso dei suoi personaggi, quasi come banco di prova prima di passare a lavorare a un seguito vero e proprio. Dieci anni sono curiosamente gli anni che intercorrono tra la pubblicazione dei due titoli e anche tra le storie che raccontano. Sezione π² aveva infatti luogo nell’arco di un paio di settimane nel novembre del 2059, mentre è il 23 marzo 2069 quando Rico Del Nero si risveglia sotto l’identità di copertura di Lorenzo Roi. “Time is a flat circle“, rubando la battuta a Rustin Cohle. Non possiamo farci niente, e neanche Rico Del Nero, che cercherà di riannodare i fili spezzati otto anni prima per portare a galla una verità sepolta nel suo passato, scomoda soprattutto per lui.
Dieci anni non trascorrono invano. Sono più di un quarto degli anni che mi porto sulle spalle e quasi due terzi del tempo trascorso da quando ho cominciato a misurarmi seriamente con la scrittura. Quindi sicuramente KCB contiene un bel po’ di trucchi del mestiere appresi nel frattempo, che ai tempi del mio romanzo d’esordio non potevo nemmeno immaginare. Ma racchiude anche la maggiore esperienza accumulata come lettore (secondo le statistiche del mio profilo Anobii, corrispondono in effetti a 470 tra libri e fumetti), come spettatore (qui non ho cifre precise, ma dodici anni fa guardavo pochissime serie TV, mentre ormai la mia dieta da spettatore è monopolizzata dalla narrazione seriale), come essere umano (nel 2007 ero entrato da poco più di un anno nel mondo del lavoro).
E dieci anni non trascorrono invano nemmeno per il mondo. Se nel 2008, l’anno della prima stesura di KCB, gli USA eleggevano Barack Obama loro 44esimo presidente, non credo serva ricordare i tanti capricci che ci siamo presi il lusso di toglierci nel frattempo come specie e come civiltà. Ma lasciando da parte la visione politica, pensiamo a cosa è cambiato in questi dieci anni per provare a immaginare cosa potrebbe cambiare nei prossimi quaranta che ci separano dal 2059, e ancor più – secondo la legge dei ritorni acceleranti – nei successivi dieci fino al 2069. Banalmente, se tra Sezione π² e Corpi spenti intercorrono circa diciotto mesi, il futuro di KCB non poteva che essere molto più diverso da quello di Corpi spenti di quanto quest’ultimo non fosse dal futuro di Sezione π².
In particolare, da diversi anni le proiezioni di crescita concordano nel dipingere uno spostamento del baricentro economico del pianeta dall’Atlantico all’Asia. Uno studio dell’OCSE di pochi anni fa, analizzato qui abbastanza nel dettaglio, prevede la contrazione della quota di PIL mondiale per i paesi membri dell’organizzazione dal 65% del 2011 al 42% del 2060, mentre contestualmente Cina e India da sole saliranno dal 24% al 46%. E mentre l’economia cinese tenderà a consolidarsi, assumendo le caratteristiche di economie mature come quelle occidentali e cominciando a mostrare gli stessi segni di indebolimento (inclusa la transizione verso un ageing society), l’India già nel prossimo decennio segnerà il sorpasso demografico sulla Cina e continuerà a crescere a ritmi vertiginosi fino a sopravanzare la dimensione stessa del mercato USA.
La crescita degli altri BRICS, dell’Indonesia e del Messico metterà nell’angolo le economie occidentali, in particolare l’UE, che perderà progressivamente terreno rispetto ai paesi emergenti. Lo scenario di decadenza già delineato nei precedenti due romanzi, non poteva che venire esasperato in KCB. Ma mentre in Sezione π² e Corpi spenti lo scenario globale, per quanto non trascurato, rimaneva sempre piuttosto relegato sullo sfondo, in Karma City Blues la geopolitica guadagna un ruolo centrale, non solo con i difficili equilibri tra USA, Russia, Cina e India, ma anche con i crescenti interessi delle potenze mondiali in Africa.
In un altro post parleremo del contesto tecnologico del romanzo.
5 commenti
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18 gennaio 2019 a 21:43
ilviaggiatorecritico
Ho acquistato l’ebook, e letto, il “lungo ritorno…”. Sono assai sconcertato. Tutti i fili sono sciolti. Non una vicenda ha una conclusione. Non si capisce perché i personaggi fanno quel che fanno. Un po’ di rispetto per il lettore ci vorrebbe.
18 gennaio 2019 a 22:49
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Mi dispiace che non ti sia piaciuto. Per quel che può servire – la versione dell’autore suona sempre come una excusatio non petita e dopotutto il cliente ha sempre ragione, in particolar modo se è un lettore che ha investito tempo e fatica – posso confermare di avere la massima considerazione per i miei lettori. Spero possa esserci una seconda occasione per farti cambiare idea. Grazie per il commento.
19 gennaio 2019 a 14:52
ilviaggiatorecritico
Ok, ma qual’è la la missione del personaggio principale?
19 gennaio 2019 a 15:14
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Ok, spiegare una storia non è molto più bello di spiegare una barzelletta, e se lo fa l’autore stesso diventa ancor meno elegante, però ci provo senza fare troppi danni…
S
P
O
I
L
E
R
Grigorij è la pedina in un gioco più grande di lui, il cui obiettivo è valutare se Arkhangel, il suo pianeta natale, è adatto all’ammissione nella cosiddetta Trascendenza, la società postumana che si è diffusa tra le stelle, permettendo così ai suoi cittadini (e alla sua classe politica rappresentata da Velimir) di accedere alle sue immense risorse e alle tecnologie potenzialmente letali di cui dispongono le civiltà ad essa federate.
Viene condizionato a sua insaputa per assolvere a questo ruolo strumentale. Solo che il suo legame con i luoghi interferisce con il piano dei suoi mandanti e l’esperimento sfugge un po’ di mano.
30 gennaio 2019 a 05:05
Karma City Blues: avanti veloce oltre la Singolarità | Holonomikon
[…] in Karma City Blues il mondo che avevamo conosciuto in Sezione π² e Corpi spenti è andato avanti dieci anni, immaginare quale evoluzione possa avere interessato le tecnologie del 2059-61 è stato uno dei […]