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Che il 2019 sia stato un anno eccezionalmente prolifico, soprattutto per i miei standard attuali, lo dimostra il fatto che ho dovuto separare il resoconto sull’annata del blog da questo, in cui passerò in rassegna i miei contributi extra-olonomici. Nel corso dell’anno che si chiudei in queste ore ho pubblicato, in riviste, webzine e raccolte, 15 articoli (dove non specificato diversamente, su Quaderni d’Altri Tempi) e 3 racconti:

E per finire, una corposa intervista a Carmine (sempre per Delos) sul tema delle intelligenze artificiali, altro tema di cui mi sono occupato estesamente negli ultimi anni.

In sostanza, non mi posso davvero lamentare. Inoltre inseriamo nel pacchetto anche l’attesa edizione cartacea di Karma City Blues, che a quanto pare si sta destreggiando ancora abbastanza bene, e il servizio è davvero completo.

In queste ultime ore del 2019 stanno inoltre prendendo forma almeno due racconti che dovrebbero vedere la luce nel corso del 2020, in progetti piuttosto ambiziosi, e comincia a riscaldare nuovamente i motori un’antologia che andrà in rampa di lancio entro la prossima primavera. Di più al momento non posso dire, ma si tratta di tre iniziative a cui sono molto legato.

Una possibile nota di rammarico è rappresentata dal fatto che mi sarebbe piaciuto riuscire a fare molto di più per Next Station, che prima o poi dovrà decollare nuovamente. Intanto, però, abbiamo pubblicato un articolo eccellente di Linda De Santi sulla letteratura distopica delle donne, ed è stata già di per sé un’enorme soddisfazione.

Last but not least: visioni e letture. Nel 2019, dopo quasi un anno di più o meno volontario esilio, siamo tornati al cinema, ma senza vedere nulla di davvero memorabile da segnalare. Più soddisfacente è stata invece l’annata televisiva: oltre alle novità (Chernobyl, Watchmen, la terza stagione di True Detective e l’ancor più atteso, per quanto tutt’altro che soddisfacente, finale di Game of Thrones), sono riuscito finalmente a completare Halt and Catch Fire, ho avuto modo di riguardare con calma (e apprezzare) Save Me e sono giunto al giro di boa di Mr. Robot e all’ultima stagione di Breaking Bad. Prima o poi magari riparleremo delle cose di cui già non abbiamo parlato nel corso del 2019.

Quanto alle letture, stando alle statistiche di aNobii avrei letto 28 libri per complessive 6.547 pagine, ma come sempre si tratta di un’approssimazione per difetto visto che diversi titoli, tra fumetti da edicola e e-book, sfuggono alla classificazione del social network più odiato da chi legge. Motivo, tra gli altri, che mi induce a usarlo sempre meno.

Prima di chiudere, proviamo ad abbozzare una lista di propositi per il 2020? Partiamo con questi tre, che mi sforzerò di portare a termine nell’arco dei prossimi 12 mesi:

  1. Completare il nuovo romanzo, lasciato in stand-by dalla scorsa primavera
  2. Ridurre l’acquisto di nuovi libri cartacei a non più di sei rilegati e ventiquattro tascabili (impresa ardua, viste le medie degli ultimi anni, ma resa ormai necessaria dalla cubatura ormai prossima all’esaurimento delle mie librerie, che comporterà la conversione al digitale per almeno i due terzi dei titoli acquistati – negli ultimi anni circa )
  3. Completare l’inventario della biblioteca (altra impresa resa improrogabile dalla necessità di tenere traccia efficacemente dei nuovi arrivi e dei progressi di lettura, visto il servizio sempre più penoso offerto da aNobii)

A questi se ne aggiunge in realtà un quarto, ma per il momento lo lascio sospeso, non perché di difficile attuazione, ma perché legato almeno in parte alle iniziative in corso (e ai punti precedenti): negli ultimi due mesi sono già riuscito a ridurre la mia presenza sui social network fino a meno di un’ora al giorno di media su Facebook, traendone benefici dal punto di vista della gestione del tempo, delle emozioni (rabbia, frustrazione, picchi da esaltazione adrenalinica e abissi di depressione ridotti ai minimi storici) e, prevedibilmente, della produttività.

Diverse letture (alcune passate in rassegna in questo articolo, forse il più impegnativo che abbia scritto negli ultimi dodici mesi) mi hanno portato a meditare questo cambio di abitudini. L’idea è di continuare a combattere i cattivi comportamenti che assecondano il controllo del capitalismo cronofago sulle nostre giornate, portando a termine un ritiro definitivo da almeno un paio di social (per il momento la pole position è contesa proprio tra aNobii e la creatura di Zuckerberg, anche grazie alle evidenze emerse nell’ambito dello scandalo Cambridge Analytica) entro il 2021. Ma non escludo di farlo prima.

E con questo, dal mio 2019, l’anno dei replicanti e di Akira, è davvero tutto. Godetevi questi sgoccioli e passate degli splendidi momenti con chi volete e vi vuole bene. E se avete voglia di condividere il vostro bilancio del 2019 e i propositi per il nuovo anno, lo spazio dei commenti è come sempre a vostra disposizione.

Buon 2020! Ci troviamo di nuovo qui l’anno che verrà.

Per una di quelle strane combinazioni di eventi che classifichiamo come coincidenze, mi sono ritrovato per le mani il libro di Gabriele Lolli dedicato ai Teoremi di incompletezza di Kurt Gödel proprio mentre completavo la lettura estiva di Anathem. Il monumentale romanzo di Neal Stephenson è a mio giudizio uno dei vertici della fantascienza del nuovo secolo e meriterà presto un approfondimento dedicato. La sua impostazione fortemente neoplatonica richiama, anche nel parallelo dei personaggi con figure storiche oltre che nelle situazioni e gli eventi citati con fatti realmente accaduti (qui trovate un’utilissima guida per riconoscere le molteplici linee di intersezione tra la storia della Terra e quella di Arbre), il ruolo centrale di Gödel nel definire le condizioni sotto le quali è possibile attingere a qualche forma di verità e quindi di conoscenza. È lo stesso Stephenson a sottolinearlo in una ricchissima pagina di approfondimenti dedicata al romanzo sul suo sito web.

Le due letture si sono completate illuminandosi a vicenda, ma se è stata necessaria anche qualche rilettura del bel libricino di Lolli, integrata da materiale disponibile on-line (ai teoremi il matematico Maurizio Codogno ha dedicato due interessantissimi, e piuttosto facili da seguire, articoli sul Post, per l’esattezza qui e qui), l’argomento è così ricco di risvolti e meandri da approfondire che non ho saputo fare a meno di fiondarmi pure su un altro testo che preservi la magia dei risultati concettuali raggiunti dal matematico austriaco-americano, ovvero Logica da zero a Gödel di Francesco Berto. D’altro canto è lo stesso libro di Lolli a suggerire e chiamare percorsi di lettura che sono in qualche modo già segnati nella mia libreria, e che fanno tappa in corrispondenza delle mensole che ospitano Gödel, Escher, Bach: un’Eterna Ghirlanda Brillante di Douglas R. Hofstadter e La Mente nuova dell’imperatore di Roger Penrose.

Per farla breve e correre il rischio di banalizzare e sminuirne la portata, i teoremi di Gödel sanciscono l’esistenza, all’interno di ogni teoria (o linguaggio o sistema formale) sufficientemente potente da contenere l’insieme dei numeri naturali, di espressioni vere ma non decidibili, e la necessità di ricorrere a metateorie (o metalinguaggi o sistemi formali più potenti) per dimostrare la coerenza di quella teoria. Da qui è scaturita tutta una serie di generalizzazioni, fraintendimenti ed equivoci che, se da un lato hanno “inquinato” il lavoro teorico di Gödel, dall’altro hanno indiscutibilmente anche contribuito più o meno direttamente al suo successo “popolare”. E nel suo libro Lolli passa in rassegna una ricca galleria di reazioni suscitate dai teoremi di incompletezza.

Se vi va di approfondire, ne ho parlato la scorsa settimana su Quaderni d’Altri Tempi. E ovviamente, se volete sviscerare l’argomento, il mio consiglio è di procurarvi I teoremi di incompletezza e usarlo come un manualetto per esplorare nuovi percorsi di lettura.

 

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Mi chiamo Giovanni De Matteo, per gli amici X. Nel 2004 sono stato tra gli iniziatori del connettivismo. Leggo e guardo quel che posso, e se riesco poi ne scrivo. Mi occupo soprattutto di fantascienza e generi contigui. Mi piace sondare il futuro attraverso le lenti della scienza e della tecnologia.
Il mio ultimo romanzo è Karma City Blues.

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