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E così il 20 giugno, al termine della prima Italcon virtuale della storia, sono stati annunciati anche i vincitori dell’ultima edizione del Premio Italia. Partivamo da qui e la mia trentatreesima nomination personale in quindici anni si è tradotta nel mio secondo Premio Italia e mezzo (dopo gli articoli del 2012 sui viaggi nel tempo, scritto a quattro mani con il socio Lanfranco Fabriani, e del 2014 sulla fantascienza cyberpunk e post-cyberpunk). Anche questa volta concorrevo in una categoria amatoriale, ma stavolta il premio è arrivato per il racconto. Per la precisione questo, a cui resto molto legato.
In un certo senso, è come mantenere una promessa, ma è ancora presto per montarsi la testa.
Voglio quindi ringraziare tutti i partecipanti che hanno accordato a Red Dust le loro preferenze e Luca Bonatesta che ha scelto di ripubblicarlo nella sezione narrativa del Club GHOST, dandomi la possibilità di concorrere nella categoria dei racconti non professionali, e complimentarmi con tutti gli altri finalisti e vincitori, tra cui diversi amici. A mio parere è stata una bella edizione della Italcon, riuscita come esperimento per le modalità atipiche dello svolgimento, e impreziosita dall’idea del curatore del premio Silvio Sosio di valorizzare anche i piazzamenti tra i finalisti. Speriamo che anche questo aiuti ad allargare la platea dei votanti il prossimo anno.
Che anno hanno avuto Holonomikon e il suo blogger? Da quando esiste (anno di grazia 2013), il 2019 è stato l’anno di maggiore attività del blog: una cosa che non avevo preventivato, ma che ho provato a pianificare in corso d’opera al meglio delle mie possibilità. Il che mi ha permesso, tra alti e bassi, di tornare a ritmi (quasi) confrontabili con quelli del glorioso, vecchio Strano Attrattore.
Questo è infatti il post numero 107 dell’anno solare, per un totale finora di 73.462 parole, con una media di 693 parole ad articolo. Sono particolarmente affezionato ad alcune delle cose che ho pubblicato quassù nell’ultimo anno. In particolare penso ai seguenti post:
- L’orizzonte postumano della civilizzazione interstellare (7-1-2019)
- Strategie di annientamento di massa (20-1-2019), che riprende e rielabora un vecchio post del vecchio blog
- Presidiare il passato per salvaguardare il futuro (27-1-2019), un altro recupero dal vecchio blog
- Fantascienza e futuro: un discorso sulle conseguenze (4-2-2019)
- L’enigma di Ada Lovelace (17-2-2019)
- Il ciclo Fumetti & Fantascienza pubblicato a febbraio in quattro tappe: Introduzione, La vita al tempo dei Mutanti e dei Supereroi, Vagabondi dell’infinito, Nessun paese è un’isola
- Pattern Recognition (5-4-2019)
- La memoria geologica di Breece D’J Pancake (1952-1979) (8-4-2019)
- Uscire dalla Zona Morta (25-4-2019)
- 5 finali su cui ci stiamo ancora interrogando (6-5-2019)
- Orrori immaginari, falsi ricordi, diritti calpestati e vite rovinate (11-6-2019)
- I giganti di ieri (18-7-2019)
- Giorni selvaggi (9-8-2019)
- The Tree of Life (5-10-2019), parziale riscrittura di un vecchio pezzo uscito sul vecchio blog
- Novembre 2019: l’incubo dei ritornanti, oltre Blade Runner (16-11-2019)
- Contro il capitalismo cronofago, a difesa del nostro tempo (25-11-2019)
- L’uomo che era Roy Batty (27-11-2019)
A cui si aggiungono i post più apprezzati dai lettori, premiati dal numero di visite ricevute:
- True Detective 3: il tempo è il fuoco in cui bruciamo (8-3-2019)
- Il potere di una storia (20-5-2019)
- Raccontami una storia (24-1-2019)
- Edward Hopper: la perfetta geometria di luce di Early Sunday Morning, 1930 (13-1-2019)
- Di cosa parlate quando parlate di fantascienza? (28-4-2019)
A mio insindacabile giudizio, è quanto di meglio ha offerto Holonomikon nel 2019. Sarà difficile ripetersi nel 2020 e per questo è inutile e dannoso fare dei propositi che finirei inevitabilmente per tradire.
Dimenticavo, il blog ha ospitato a puntate la riedizione di Orizzonte degli eventi, uno dei miei racconti più apprezzati dai lettori, ma ormai quasi introvabile, che è tornato finalmente disponibile a partire da questo link. Storia analoga per Red Dust, che è tornato disponibile grazie all’interessamento del Club GHoST in una nuova versione, ripulita e ripotenziata. Ma questo già non riguarda più il blog ed è quindi il caso di rimandarvi, per tutto il resto, al post di fine anno.
Nella rinnovata sezione dedicata alla narrativa del Club GHoST, Luca Bonatesta ha scelto di ripubblicare uno dei miei primissimi racconti, uscito sull’ormai introvabile Revenant, l’antologia con cui di fatto ho esordito. Benché siano passati quasi quindici anni da quando l’ho scritto, quando Luca mi ha chiesto un racconto già edito Red Dust è stato uno dei primi titoli che mi è venuto in mente, e quello su cui poi ho lavorato per ripulirlo dalla patina del tempo. Si tratta di un racconto di ambientazione marziana, sullo sfondo di una guerra planetaria. Ed è un racconto cyberpunk e, se vogliamo, protoconnettivista, che si configura un po’ come un ritorno a casa, visto che ho pubblicato il mio primissimo racconto (Notturno n. 23) proprio sulle pagine di questa pionieristica rivista on-line.
Non avendo io all’epoca letto né le storie marziane di Kim Stanley Robinson né quelle di Ian McDonald, scaturisce da un immaginario quasi vergine, benché non del tutto incontaminato. Oltre all’inesorabile William Gibson (che però non mi risulta abbia mai scritto nulla di ambientazione marziana), l’ombra dei fantasmi marziani di John Carpenter si staglia sullo sfondo della vicenda, così come anche alcune rappresentazioni di Philip K. Dick e K. W. Jeter delle colonie marziane. Se vi piace, o anche se non vi piace, e ne volete parlare, sapete dove trovarmi.
Buona lettura!
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