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E così un altro anno arriva agli sgoccioli. Eccoci quindi al consueto post di fine anno (qui le puntate precedenti: 2020, 2019 #1 e #2).
Sul blog non c’è molto da dire: Holonomikon è rimasto latente per la maggior parte dell’anno, ma nelle ultime settimane ho ripreso ad aggiornarlo con una maggiore dedizione: non siamo ai livelli né del 2019, né tantomeno del 2020, ma l’intenzione è quella di cercare una certa continuità, magari anche attraverso contenuti dal taglio più breve che nel passato e variando un po’ l’offerta tematica. Probabilmente qualcosa prenderà forma già dai prossimi giorni. I post pubblicati prima di questo sono stati 19, per un totale di 8.720 parole e una media di 459 parole ad articolo.
L’attività saggistica di quest’anno ha riguardato principalmente Quaderni d’Altri Tempi, dove sono apparsi quasi tutti gli articoli che ho scritto e che non sono transitati per il blog. Un elenco per amor di completezza:
- le recensioni di Vivarium e dell’omnibus che Mondadori ha dedicato a Harlan Ellison;
- le retrospettive dedicate al cyberpunk, con la celebrazione degli anniversari di Johnny Mnemonic e 1997: Fuga da New York;
- gli approfondimenti sul cyberpunk e sul ciclo di Dune.
Sul fronte della narrativa, è stato invece uno degli anni più magri di sempre, principalmente (ma non solo) perché tutta la prima metà dell’anno se n’è andata nell’assemblaggio di questa cosa qui: La sindrome di Kessler e altri racconti è stato un atto di grande attenzione e cura da parte di Kipple Officina Libraria, avendomi offerto l’opportunità di raccogliere il meglio (o almeno gran parte del meglio) della mia narrativa breve, finora disseminata su riviste, siti web, antologie, e spesso di difficile se non impossibile reperibilità, in un volume rilegato completato dalla splendida cover di Franco Brambilla e dalla prefazione di Linda De Santi.
L’ unico racconto scritto nel 2021 mi ha tenuto impegnato per un paio di mesi ed è uno dei lavori più estremi che mi sia capitato di scrivere, sia per il concept che per lo sviluppo. Finora non ve ne ho parlato, ma colgo l’occasione per segnalare la recente uscita de La Volontà trasgressiva. Seconda frontiera, un progetto di Sandro Battisti che prosegue su nuove coordinate l’iniziativa della Prima frontiera. Il mio racconto s’intitola Poco dopo mezzanotte, nel giardino del bene e del male e rappresenta un tentativo di calare le specificità della fisica quantistica (il principio di indeterminazione, la sovrapposizione degli stati, la reversibilità del tempo) in un contesto narrativo, sia in termini di contenuto che di stile. Non so se ci sono riuscito, ma ne riparleremo, anche perché in questo racconto è confluito tanto altro.
Per il resto, cos’altro aggiungere? La statistica di Anobii è un po’ meno sconfortante dello scorso anno: mi ero prefisso di leggere 15 libri, alla fine chiudo l’anno a 16 con 5.581 pagine lette, con alcune riletture ormai necessarie (i racconti di H. P. Lovecraft curati da Giuseppe Lippi, la novella Doppio sogno di Arthur Schnitzler che avevo letto oltre vent’anni fa), un paio di recuperi dovuti (tra cui Il giudice e il suo boia di Friedrich Dürrenmatt e la nuova edizione deluxe di Akira di Katsuhiro Otomo, di cui mi porto nel 2022 i rimanenti cinque volumi), e la conclusione di letture che mi sono portato avanti dal 2020, tra le quali una menzione di merito va a Inverso di William Gibson, che ho trovato davvero spiazzante e foriero di stimoli e suggestioni.
Per il momento è tutto. Fate buone feste, con l’augurio che il nuovo anno porti serenità, salute e soddisfazioni a voi e ai vostri cari. Ci rileggiamo nel 2022.
Tra le cose che nel frattempo ho fatto e scritto, una di quelle che mi ha tenuto maggiormente impegnato negli ultimi mesi è sicuramente questo Mappe dedicato alla saga di Dune, ospitato da Quaderni d’Altri Tempi. Il ciclo di Frank Herbert mi ha tenuto compagnia durante i miei primissimi anni universitari, monopolizzando le mie letture per diversi mesi, mentre saltellavo disordinatamente da un libro all’altro sulla base degli interessi e dei gusti, trascurandone alcuni che proprio adesso mi accingo ad affrontare tenendo fede a un proposito di lettura/rilettura di tutta la saga originale.

Nel frattempo, per scrivere l’articolo ma anche un po’ per diletto, mi sono riguardato il primo tentativo di adattamento cinematografico, arrischiato da Dino de Laurentiis e David Lynch nel lontano 1984, che esce ammaccato e zoppicante dalla prova del tempo, e mi sono sciroppato il documentario di Frank Pavich incentrato sul progetto – ambizioso, visionario, ma anche molto personale, bizzarro e al limite della lesa maestà, e per questo fortunatamente mai completato – di Alejandro Jodorowsky. Forse anche per via di queste visioni, oltre che per la contemporanea rilettura del romanzo di Herbert che inaugurò una delle saghe di maggior successo nella storia della letteratura di fantascienza (20 milioni di copie vendute nel mondo nel 2016, un record mantenuto per decenni, prima di essere surclassato dalla trilogia dei Tre Corpi di Liu Cixin), ho potuto apprezzare particolarmente la fedele, quasi filologica, trasposizione dedicata da Denis Villeneuve all’esule Paul Atreides e alla sua faida con gli Harkonnen, al cui inevitabile seguito è stato da poco dato il via libera e che probabilmente (incrociamo le dita) finirà per articolarsi in una trilogia, coprendo tutto l’arco narrativo del personaggio di Muad’dib.
In maniera analoga al Dune di Lynch, non si può dire che la scrittura di Herbert non abbia risentito del trascorrere del tempo. Forse, almeno in questo caso, più per colpa «nostra» che sua: il suo approccio stilistico, la tecnica nel montaggio delle scene e le soluzioni nella gestione del punto di vista appaiono oggi ben poco conformi alle prescrizioni vigenti sui manuali di scrittura, come pure al gusto che col tempo è prevalso tra i lettori educati alle convenzioni, rendono oggi questa serie un oggetto molto più alieno di quanto dovesse sembrare alla sua uscita, a partire dal 1965. Ma oggi come vent’anni fa, al tempo della mia prima lettura, mi sono bastati pochi capitoli per essere completamente trascinato dal maelstrom di visioni e concetti innescato da Herbert, un affresco cosmico che infrange le barriere dello spazio e del tempo, e in cui possiamo trovare passaggi dalla carica immaginifica dirompente, come i due campioni che seguono:
Basta questo, forse, per capire che non abbiamo mai davvero lasciato Arrakis in questi anni. Eravamo sempre lassù, in attesa che qualcosa ci ricordasse dove eravamo davvero. Qualcosa come il film di Villeneuve, appunto: grandioso, crudele, stratificato e complesso, come l’opera di Herbert che onora con la prima trasposizione efficace e riuscita dopo oltre mezzo secolo di tentativi.
Che Tenet mi fosse piaciuto, per usare un eufemismo, non ne avevo fatto mistero. La settimana scorsa Quaderni d’Altri Tempi mi ha dato la possibilità di circostanziare meglio le mie impressioni e aggiungere alcuni argomenti alle considerazioni a caldo.
Si parla di monumenti cinematografici, di viaggi nel tempo e di icone pop, di spy story e fantascienza. Potete leggere la mia recensione cliccando qui. Buona lettura.
Dopo alcuni mesi di latitanza dall’ultima apparizione, sono tornato nei giorni scorsi sulle pagine di Quaderni d’Altri Tempi con la recensione di un bel volume di racconti della scrittrice cinese Hao Jingfang, da poco dato alle stampe da add editore.
Hao Jingfang è sicuramente una delle figure di spicco di questa ondata di narratori cinesi a cui la fantascienza occidentale guarda con interesse crescente. E una volta letti i suoi racconti non si fatica a comprenderne la ragione: la sua scrittura coniuga brillantemente critica sociale (motivo per cui le sue pubblicazioni hanno incontrato diverse difficoltà in patria), e consapevolezza artistica, la padronanza dei temi di punta del genere con una sensibilità che sfocia in alcuni passaggi particolarmente lirici, sia per il richiamo a elementi facilmente associabili alla spiritualità orientale (in particolare il buddhismo, ma anche la dottrina morale e filosofica confuciana) che per l’inclinazione malinconica dei suoi personaggi.
Continua a leggere su Quaderni d’Altri Tempi.
La redazione di Quaderni d’Altri Tempi ha pensato di dare il suo contributo alla transizione nella Fase 2 e ha confezionato un maxi speciale dedicato al virus nell’immaginario e nella comunicazione, nelle sue varie declinazioni.
Mi è toccato fortuitamente l’onore e l’onere di aprire le danze con questa panoramica delle epidemie immaginate e messe in scena da scrittori, sceneggiatori e registi, attraverso un centinaio di titoli di romanzi, racconti, fumetti, film e serie TV. Come si faceva all’università un tempo (ora non so), ve lo presento a partire dalla bibliografia, in cui proprio l’altra sera notavo l’assenza di due film che ero convinto non mi sarebbero sfuggiti (Cassandra Crossing di George Pan Cosmatos ed Epidemic di Lars von Trier) e di un terzo (in realtà tre, tutti molto belli) di cui in realtà ho parlato altrove (si da il caso proprio qui, a partire dai primi due della trilogia prequel del Pianeta delle Scimmie scaturita da Rise of the Planet of the Apes), ma è anche vero che con la lista di titoli sbrodolata qua sotto fare entrare tutto in trentamila battute è già stato un mezzo miracolo per un grafomane come me.
A voi beccare le eventuali altre omissioni…
- Alan D. Altieri, L’ultimo rogo della Morte Rossa in Underworlds. Echi dal lato oscuro. Tutti i racconti vol. 4, TEA, Milano, 2011.
- Alan D. Altieri, Miss Ecclesiaste in Armageddon. Scorciatoie per l’Apocalisse. Tutti i racconti vol. 1, TEA, Milano, 2008.
- Alan D. Altieri, Un’alba per l’Ecclesiaste in Underworlds. Echi dal lato oscuro. Tutti i racconti vol. 4, TEA, Milano, 2011.
- Margaret Atwood, L’altro inizio, Ponte alle Grazie, Milano, 2014.
- Margaret Atwood, L’anno del diluvio, Ponte alle Grazie, Milano, 2010.
- Margaret Atwood, L’ultimo degli uomini, Ponte alle Grazie, Milano, 2003.
- Greg Bear, La musica del sangue, Editrice Nord, Milano, 1997.
- Greg Bear, La musica del sangue, in Gardner Dozois (a cura di), Il meglio della SF. L’Olimpo dei classici moderni, Mondadori, Milano, 2008.
- David Brin, L’uomo del giorno dopo, Editrice Nord, Milano, 1995.
- Max Brooks, Manuale per sopravvivere agli zombie, Einaudi, Milano, 2006.
- Max Brooks, World War Z, Cooper, Roma, 2013
- Octavia E. Butler, Sopravvissuta, Interno Giallo/Mondadori, Milano, 1994.
- Richard Calder, Dead Boys, HarperCollins, London, 1994.
- Richard Calder, Dead Things, HarperCollins, London, 1996.
- Richard Calder, Virus ginoide, Editrice Nord, Milano, 1996.
- Albert Camus, La peste, Bompiani, Milano, 2017.
- John Christopher, La morte dell’erba, Beat, Milano, 2014.
- James S. A. Corey, Leviathan. Il risveglio, Fanucci, Roma, 2015.
- James S. A. Corey, Caliban. La guerra, Fanucci, Roma, 2015.
- James S. A. Corey, Abaddon’s Gate. La fuga, Fanucci, Roma, 2016.
- James S. A. Corey, Cibola Burn. La cura, Fanucci, Roma, 2016.
- Arthur Conan Doyle, La nube avvelenata, Newton, Roma, 1994.
- Michael Crichton, Andromeda, Garzanti, Milano, 2018.
- Giovanni De Matteo, Language Is a Virus (Again), Prismo, 14 giugno 2016.
- Giovanni De Matteo, L’epidemia: il noir post-apocalittico di Per Wahlöö, Holonomikon, 9 marzo 2020a.
- Giovanni De Matteo, Bios di Robert C. Wilson, ovvero il caso della natura contro l’uomo, Holonomikon, 11 aprile, 2020b.
- Guillermo Del Toro e Chuck Hogan, La caduta, Mondadori, Milano, 2011.
- Guillermo Del Toro e Chuck Hogan, La progenie, Mondadori, Milano, 2009.
- Guillermo Del Toro e Chuck Hogan, Notte eterna, Mondadori, Milano, 2012.
- Greg Egan, Distress, Mondadori, Milano, 2002.
- Greg Egan, La Terra moltiplicata, Editrice Nord, Milano, 1998.
- Nicola Griffith, Ammonite, Elara, Bologna, 2007.
- Frank Herbert, Il morbo bianco, Mondadori, Milano, 2019.D. James, I figli degli uomini, Mondadori, Milano, 2013.
- Stephen King, L’ombra dello scorpione, Bompiani, Milano, 2017.
- Robert Kirkman, The Walking Dead (Volumi 1-32), SaldaPress, Reggio Emilia, 2005-2019.
- Nancy Kress, Brain Rose, William Morrow & Co, New York City, 1989.
- Nancy Kress, Ej-Es, in David G. Harwell (a cura di), Venti galassie, Mondadori, Milano, 2007.
- Nancy Kress, Contagio, Fanucci, Roma, 2001.
- Nancy Kress, Inerzia, in Gardner Dozois (a cura di), Supernovae. II parte, Mondadori, Milano, 1996.
- Nancy Kress, Miracoli e giuramenti, Fanucci, Roma, 2000.
- Jack London, La peste scarlatta, Adelphi, Milano, 2009.
- Charles Eric Maine, Il grande contagio, Mondadori, Milano, 2009.
- Richard Matheson, Io sono leggenda, Mondadori, Milano, 2020.
- Cormac McCarthy, La strada, Einaudi, Milano, 2014.
- China Miéville, Embassytown, Fanucci, Roma, 2016.
- David Moody, Il virus dell’odio, Mondadori, Milano, 2011.
- Edgar Allan Poe, I racconti del mistero, RCS Libri, Milano, 2014.
- Alastair Reynolds, Absolution Gap, Mondadori, Milano, 2015.
- Alastair Reynolds, La città del cratere, Mondadori, Milano, 2017.
- Alastair Reynolds, Redemption Ark, Mondadori, Milano, 2014.
- Alastair Reynolds, Rivelazione /1, Mondadori, Milano, 2009.
- Alastair Reynolds, Rivelazione /2, Mondadori, Milano, 2009.
- Kim Stanley Robinson, Gli anni del riso e del sale, Newton Compton, Roma, 2007.
- Matt Ruff, Acqua, luce e gas, Fanucci, Roma, 2004.
- José Saramago, Cecità, Feltrinelli, Milano, 2013.
- Robert Sheckley, Una chiacchierata con il virus del Nilo Occidentale, in Robot n. 45, Delos Books, Milano, 2004.
- Mary Shelley, L’ultimo uomo, Mondadori, Milano, 1997.
- Matthew Phipps Shiel, La nuvola purpurea, D Editore, Roma, 1918.
- Emily St. John Mandel, Stazione undici, Bompiani, Milano, 2015.
- Neal Stephenson, Snow Crash, BUR, Milano, 2007.
- James Tiptree Jr., La soluzione della mosca, in Ann & Jeff VanderMeer (a cura di), Le visionarie. Fantascienza, fantasy e femminismo: un’antologia, Nero Editions, Roma, 2018.
- Dario Tonani, L’algoritmo bianco, Mondadori, Milano, 2009.
- Brian Vaughan, Pia Guerra, Y. L’ultimo uomo (Volumi 1-7), RW Lion, Novara, 2016-2020.
- David Wellington, Monster Island, Mondadori, Milano, 2008.
- David Wellington, Monster Nation, Mondadori, Milano, 2009.
- David Wellington, Monster Planet, Mondadori, Milano, 2009.
- Herbert G. Wells, La guerra dei mondi, Fanucci, Roma, 2017.
- Walter Jon Williams, L’era del flagello, Delos Books, Milano, 2005.
- Connie Willis, L’anno del contagio, Editrice Nord, Milano, 1994.
- Connie Willis, L’ultimo dei Winnebago, Delos Books, Milano, 2008.
- Robert Charles Wilson, Bios, Fanucci, Roma, 2001.
- Danny Boyle, 28 giorni dopo, Fox, 2004 (home video).
- John Cabrera, Cosimo De Tommaso, H+: The Digital Series, YouTube, 2012-2013.
- Claire Carré, Embers, Papaya, Chaotic Good, Bunker Features, Usa, 2015.
- Kevin Costner, L’uomo del giorno dopo, Warner Bros Entertainment Italia, 1999 (home video).
- Michael Crichton, Il mondo dei robot, Warner Bros., 2013 (home video).
- David Cronenberg, Videodrome, Universal Pictures Italia, 2008 (home video).
- Alfonso Cuarón, I figli degli uomini, Universal Pictures Italia, 2018 (home video).
- Guillermo Del Toro, Chuck Hogan, The Strain (Stagioni 1-3), Fox, 2018 (home video).
- Marc Fergus, Hawk Ostby, The Expanse, Amazon Prime, 2015-in corso.
- Marc Forster, World War Z, Universal Pictures Italia, 2013 (home video).
- Juan Carlos Fresnadillo, 28 settimane dopo, Fox, 2008 (home video).
- Mick Garris, L’ombra dello scorpione, Universal Pictures Italia, 2007 (home video).
- Terry Gilliam, L’esercito delle 12 scimmie, Universal Pictures Italia, 2010 (home video).
- Robert Kirkman, Frank Darabont, The Walking Dead – Stagioni 1-9, Warner Bros, 2019 (home video).
- Francis Lawrence, Io sono leggenda, Warner Bros. Entertainment Italia, 2008(home video).
- Chris Marker, La Jetée/Sans Soleil, Sony Pictures, 2019 (home video).
- Terry Matalas, Travis Fickett, L’esercito delle 12 scimmie, Netflix, 2015-2018 (home video).
- Fernando Meirelles, Blindness, Cg, 2011 (home video).
- Terry Nation, Survivors – I sopravvissuti, Yamato Video / Dolmen Home Video, 2009 (home video).
- Jonathan Nolan, Lisa Joy, Westworld – Stagione 1, Warner Bros, 2017 (home video).
- Jonathan Nolan, Lisa Joy, Westworld – Stagione 2, Warner Bros, 2018 (home video).
- Jonathan Nolan, Lisa Joy, Westworld – Stagione 3, Sky, 2020.
- Ubaldo Ragona, L’ultimo uomo della Terra, Ripley’s Home Video, 2017 (home video).
- George Romero, La notte dei morti viventi, DNA, 2012 (home video).
- Boris Sagal, 1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra, Warner Bros. Entertainment Italia, 2008 (home video).
- Steven Soderbergh, Contagion, Warner Home Video, 2012 (home video).
- Shinya Tsukamoto, La mutazione infinita di Tetsuo il fantasma di ferro, Minerva Pictures Group, 2013(home video).
- Robert Wise, Andromeda, Universal, 2015 (home video).
Gli altri articoli che completano lo speciale sono una riflessione di Roberto Paura sulle figure dei virologi, infettivologi ed epidemiologi nella comunicazione della crisi e un’analisi di Valerio Pellegrini di Plague Inc., un gioco per smartphone che simula proprio l’evoluzione di una crisi da un focolaio virale. Il quarto pezzo, a firma di Gennaro Fucile, uscirà questa settimana e sarà incentrato sullo scollamento tra cronaca e fiction, con una riflessione sul gioco di specchi tra la realtà e l’immaginario mandato in pezzi dall’emergenza.
Kim Stanley Robinson è uno dei giganti viventi della letteratura nordamericana, artefice di quello che è il più ambizioso affresco planetario della fantascienza contemporanea. I personaggi, gli scenari e le tematiche che sorreggono la trilogia marziana sono stati oggetto anche di una serie di «scritti minori», sicuramente per dimensioni, ma altrettanto certamente non per ambizioni. I racconti, le poesie e i frammenti di quella che potremmo definire autofiction ambientati nell’universo dei Primi Cento e in una sua linea narrativa alternativa sono stati raccolti in un volume che Fanucci ha pubblicato da poco con il titolo I marziani.
Ne parlo diffusamente su Quaderni d’Altri Tempi.
Qui aggiunto soltanto che si tratta di un libro in cui per l’appassionato della trilogia sarà un piacere perdersi e ritrovarsi, riprendere i fili del racconto e venire catapultato ancora una volta nell’epopea della colonizzazione marziana. Per assistere alla progressiva sottomissione dell’habitat selvaggio alla legge della vita, e per seguire fin oltre le estreme conseguenze mostrate nel Blu di Marte l’evoluzione della terraformazione.
Eileen lo invidia, sebbene sappia che lui ha dei sentimenti contrastanti a riguardo. Ma ormai è una delle cose di lui che ama. Si ricorda tutto eppure è rimasto fiducioso, perfino allegro, durante tutti gli anni del collasso climatico. Una roccia su cui poteva fare affidamento quando è lei ad affrontare cicli di disperazione e tristezza. Ovviamente, in quanto Rosso, si potrebbe dire che lui non ha ragione di lamentarsi. Ma non sarebbe la verità. Il suo atteggiamento è sempre stato più complesso, Eileen se n’è accorta; così complesso che non lo ha afferrato del tutto. Un aspetto della sua memoria infallibile, avere una prospettiva a lungo termine; la determinazione a fare sempre le cose al meglio; la gioia sgomenta per la natura che resiste; un miscuglio di tutto ciò. Lei lo guarda mentre fissa assorto il promontorio da cui una volta hanno ammirato un mondo vivente.
Mentre qualcuno che evitavo di menzionare ha deciso l’altra notte di intraprendere una pericolosa escalation che nessuno ancora osa immaginare dove potrà condurci, proprio mentre in Libia contingenti di eserciti stranieri e privati si uniscono alla guerra tra bande che sta dilaniando il paese e dall’altra parte del mondo l’Australia va a fuoco, nel mondo reale si è celebrato il centesimo anniversario della nascita di Isaac Asimov.
Asimov è il primo autore che viene solitamente in mente quando si parla di fantascienza, sia che si sia dei fan sfegatati, sia che non si abbia una gran conoscenza del genere. Questo è sicuramente l’effetto delle caratteristiche delle sue opere, come ricorda Silvio Sosio nella sua commemorazione per Fantascienza.com:
Coerente, fortemente basata sulla scienza ma senza risultare mai pesante o incomprensibile: uno stimolo continuo a pensare, ad apprezzare la conoscenza e l’intelligenza. Intere generazioni hanno imparato ad amare la fantascienza sulle sue pagine, ma anche la scienza stessa.
Proprio alla sua altrettanto feconda attività di divulgatore è dedicato il ricordo di Roberto Paura per Quaderni d’Altri Tempi. A testimoniare il bisogno che ci sarebbe di persone di cultura come lui, anche un puntuale omaggio mandato in onda da RaiNews, a cura di Francesco Gatti. Qui voglio ricordarlo con una delle sue citazioni che preferisco, tratta dalla rubrica che teneva sulla rivista Newsweek:
C’è un culto dell’ignoranza negli Stati Uniti, e c’è sempre stato. Una vena di anti-intellettualismo si è insinuata nei gangli vitali della nostra politica e cultura, alimentata dalla falsa nozione che democrazia significhi “la mia ignoranza vale quanto la tua conoscenza”.
Apparve il 21 gennaio 1980 e quarant’anni più tardi è attuale più che mai. E valida, purtroppo, non solo per gli Stati Uniti. Nell’intervista a Giovanni Minoli ripresa nel servizio di RaiNews, Asimov si dichiarava fiducioso nell’umanità. Purtroppo, dobbiamo considerare che l’umanità che aveva in mente il Buon Dottore è alquanto diversa da quello che è diventata nel frattempo. In quarant’anni abbiamo intrapreso un percorso di involuzione e decadenza che getta più ombre che luci sul nostro futuro. E all’orizzonte ancora non s’intravede una Fondazione in grado di offrire una soluzione al vicolo cieco in cui ci stiamo cacciando.
Temo che ora come ora nemmeno l’ostinata fiducia positivista di Asimov riuscirebbe a vedere qualcosa di buono in quello che stiamo combinando, come specie e come civiltà. Sempre che si possa ancora parlare di civiltà.
Domenica prossima si chiuderà la quarta edizione di Foto/Industria, biennale di fotografia dell’industria e del lavoro curata da Francesco Zanot per la Fondazione MAST di Bologna. Il tema, che risulterà particolarmente caro a chi frequenta queste pagine, è la Tecnosfera, come è stato definito dal geologo Peter Haff “l’insieme di tutte le strutture che gli esseri umani hanno costruito per garantire la loro sopravvivenza sulla terra”, uno strato artificiale “con un peso stimato di decine di miliardi di miliardi di tonnellate”.
Io ho avuto la fortuna di visitare con la guida dell’artista una delle mostre realizzate sul tema, che raccoglie gli ultimi lavori di Délio Jasse. Ne ho parlato su Quaderni d’Altri Tempi questa settimana. E ve la consiglio incondizionatamente, insieme agli altri nove allestimenti realizzati nel centro storico di Bologna. Tempo (climatico e cronometrico) permettendo.
Così ci siamo e in questo weekend lunare il mio pezzetto di Luna è apparso ieri, grazie all’invito e all’ospitalità delle pagine di Quaderni d’Altri Tempi.
Due parole sull’articolo: credo che sia dai tempi di questo profilo commemorativo di Harlan Ellison che un articolo non mi richiedeva un simile impegno. In quel caso, pur di fronte alla sterminata produzione di un autore immenso, si trattava più che altro di concentrare nello spazio di pochissimi giorni le letture e riletture necessarie a ricordarlo degnamente. In questo, invece, mi sono trovato davanti a una mole sconfinata di opere, di riferimenti e di omaggi, tanto che non esito a dire che è sicuramente più la roba rimasta fuori di quella che sono riuscito a far entrare nelle 16 cartelle del mio Mappe. Ma dopotutto di pezzi anche più completi del mio in queste settimane ne stanno uscendo parecchi (io vi segnalo quello di Carmine Treanni per Delos, che mi sono riservato di leggere solo dopo la chiusura del mio, sorprendendomi tanto davanti ai punti di contatto quanto alle differenze di approccio), per cui non è riduttivo sostenere che un pezzo di Luna appartiene a ciascuno di noi e ognuno l’ha fatta propria alla sua maniera.
Soprattutto, mi sarebbe piaciuto riuscire a fare entrare nel mio articolo molto più rock di ispirazione spaziale, da Rocket Man di Elton John a David Bowie (con l’imbarazzo della scelta, da Starman a Space Oddity), dall’inevitabile The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd ai Foo Fighters con Next Year, passando per Walking on the Moon dei Police. E così via: tutte influenze che hanno esercitato la loro attrazione gravitazionale sul mio immaginario tanto quanto i libri, i racconti, i film e i fumetti che ho incluso nella mia rassegna.
E quindi due parole anche sulla mia Luna. Quando sono nato erano ormai trascorsi quasi dodici anni da quando l’uomo vi aveva messo piede per la prima volta, e più di otto dall’ultimo sbarco. Per tutta la mia infanzia e adolescenza mi è sembrato assurdo che non vi fossero già basi lunari e voli di linea tra la Terra, la Luna e le stazioni orbitali, e altrettanto che non ci fosse una corsa agli altri pianeti del sistema solare. Adesso che qualcosa torna a muoversi, mi consolo con l’idea che probabilmente nell’arco di vita che mi rimane da percorrere è probabile che vedremo di nuovo uomini e donne calpestare le rocce lunari e magari anche le sabbie marziane.
Il cammino verso le stelle è lungo, ricco d’insidie e sarà sicuramente segnato da insuccessi e sacrifici, che renderanno epica quella che alla fine è l’impresa più eroica mai concepita dalla nostra civiltà. Ma in fondo, parafrasando Primo Levi, non siamo nati per accontentarci di quello che ci è stato dato. Non possiamo esser nati per restare.
A dire il vero, non lo ricordo neanch’io. Molte cose si sono succedute in questo lungo iato di attività, quindi proviamo a riannodare i fili con i principali eventi accaduti nel frattempo. Tra le letture più impegnative e soddisfacenti del periodo, devo citare Kim Stanley Robinson, di cui Fanucci si è finalmente decisa a rimediare ad anni di una francamente incomprensibile scarsa attenzione da parte dell’editoria italiana. L’uscita in italiano della sua monumentale trilogia marziana mi ha offerto il pretesto per parlarne diffusamente:
- prima su Quaderni d’Altri Tempi, con una disamina dei tre romanzi, che tracciano un affresco unico nel panorama non solo della fantascienza ma della letteratura mondiale, capace di amalgamare speculazione scientifica, intrighi politici e scavo psicologico, restituendoci personaggi in evoluzione continua verso qualcosa di sempre più lontano da noi, mentre sullo sfondo assistiamo alla costruzione – tra sconfitte, battute d’arresto, rivalse e riscatto – di una nuova società, in quella che forse è la più convincente utopia nella storia della fantascienza (e non solo);
- e poi su Il Tascabile, la rivista a vocazione enciclopedica collegata alla Treccani, con un profilo approfondito dell’autore.
Kim Stanley Robinson è uno degli autori più impegnati attualmente in circolazione e dovrebbe essere motivo d’orgoglio per ogni appassionato di fantascienza che uno scrittore con la sua lungimiranza critica, il suo acume intellettuale, la sua profondità analitica, abbia scelto l’immaginario di genere come campo d’elezione per la sua attività.
Fanucci ha intanto annunciato la traduzione anche della sua ultima fatica New York 2140, ambientato in un mondo stravolto dagli effetti del cambiamento climatico. Speriamo che questo aiuti a farlo conoscere sempre meglio ai lettori italiani, che finora si sono visti negare il piacere di alcuni dei lavori più efficaci e influenti venuti alla luce nella SF degli ultimi trent’anni.
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