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Ovvero: The reader who was plugged in, verrebbe da dire. Perché il prototipo messo a punto al MIT prende le mosse dagli scenari della fantascienza per proporre un’esperienza di lettura aumentata, rendendo il libro “indossabile” e sfidando gli scrittori sul campo della sensory fiction, come hanno voluto chiamarla gli artefici del progetto: non sarà più il solo canale cognitivo-empatico a convogliare l’esperienza del racconto dalla sorgente (=autore) al destinatario (=lettore), ma una combinazione multisensoriale di stimoli. Una rete di sensori/attuatori provvederà a evocare il mood della pagina, amplificando l’immedesimazione del lettore nei personaggi: 150 led programmabili per creare l’ambiente più adatto alla pagina, sorgenti di suoni, dispositivi in grado di influenzare la temperatura corporea, sorgenti di vibrazioni per accelerare o rallentare il battito cardiaco, dispositivi ad aria compressa per stimolare la tensione o il rilascio dei muscoli. Tutti integrati nella struttura del libro.

Al momento esiste un solo libro adattato a questa nuova esperienza di lettura, che potremmo definire davvero “aumentata”, scelto per la dimostrazione pratica del device e visibile nello spot che riporto qui sotto, ed è una celebre novella di fantascienza di James Tiptree Jr (alias Alice Sheldon), Premio Hugo 1974, una intensa storia di amore, trascendenza e caduta, con non pochi elementi di contatto con la sensibilità cyberpunk che sarebbe maturata solo dieci anni più tardi: The girl who was plugged in.

SENSORY FICTION from Felix on Vimeo.

Ma la sensory fiction, come spiegano gli stessi autori dello studio proprio sulla pagina Vimeo della dimostrazione, non vuole essere una proposta concreta per un prodotto commerciale, quanto piuttosto una provocazione intesa a stimolare un dibattito. E coglie alla perfezione e meglio di mille elucubrazioni il senso della questione su cui autori, critici e semplici appassionati vanno discutendo da tempo: esiste un futuro per la lettura in un mondo sempre più affollato di stimoli esterni e distrazioni?

Katedra è un corto di Tomasz Bagiński del 2002, tratto da un racconto del pluripremiato autore polacco Jacek Dukaj, dei cui libri Bagiński è anche copertinista. Considerata la varietà dei temi che emerge già dalla pagina Wikipedia a lui dedicata, Dukaj è sicuramente da tenere d’occhio. La Cattedrale, il racconto in questione, ha dato anche il titolo alla prima antologia compilata dai lavori di Dukaj per i lettori italiani: merito di Voland, coraggioso editore romano, che malgrado una traduzione un po’ zoppicante confeziona una sintesi straordinaria della sua produzione, e un saggio delle sue abilità portentose.

Sensibilità eterogenee si amalgamano nella penna di questo scrittore, capace di far convivere le suggestioni della teoria del caos e la mistica della rivelazione, la violenza delle strade latino-americane e gli inquietanti dilemmi morali che si accompagneranno ai contatti con le misteriose entità che si nascondono nella notte cosmica. Il tutto narrato con impareggiabile grazia affabulatoria, e con pagine di terrificante bellezza, sospese tra abissi di orrore alieno (ma non solo) e spiragli di una irredimibile trascendenza.

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Sull’ultimo Delos, andato on-line negli ultimi giorni del 2013, Carmine Treanni ha dedicato un’approfondita recensione-intervista a Terminal Shock. L’e-book si sta spingendo a velocità di crociera verso la frontiera esterna del sistema solare e intanto continua a mandare segnali.

Nella lunga chiacchierata con Carmine abbiamo affrontato diversi temi a cui sono particolarmente affezionato: editoria digitale, politica, scrittura. Tutti argomenti su cui mi piacerebbe tornare. Intanto vi lascio all’intervista, poi – se vorrete – nei prossimi giorni potremmo approfondire.

Stay tuned!

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Mi chiamo Giovanni De Matteo, per gli amici X. Nel 2004 sono stato tra gli iniziatori del connettivismo. Leggo e guardo quel che posso, e se riesco poi ne scrivo. Mi occupo soprattutto di fantascienza e generi contigui. Mi piace sondare il futuro attraverso le lenti della scienza e della tecnologia.
Il mio ultimo romanzo è Karma City Blues.

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